Pinakes Locresi

Pinakes LocresiTavolette votive in terracotta, recanti varie rappresentazioni a bassorilievo della vita sociale e religiosa dell'antica Locri Epizefiri, i famosi Pinakes locresi risalgono al V secolo a.C.

Nel corso degli anni sono rinvenuti oltre 5.000 frammenti presso il santuario di Persefone, tra le più alte e celebri testimonianze dell'arte della Magna Grecia di Calabria, che racconta usi e costumi tradizionali. Prodotte in serie con matrici e completate da una vivace policromia, i Pinakes sono conservati presso i musei archeologici di Locri e di Reggio Calabria.

Le placchette venivano ricavate per impressioni da matrici in terracotta, che si riconducono ad artisti di pura scuolagreca, e venivano poi ritoccate a stecca e rifinite da valenti artisti locali dell'argilla prima della cottura. Ricavati da matrici e prodotti in migliaia di esemplari nel periodo compreso tra il 490 e il 460 a.C. i Pinakes locresi erano offerti come ex voto nel tempietto di Persefone sito sul colle della Mannella.

Le tavolette, le cui raffigurazioni si riferiscono in molti casi al mito di Persefone e, in particolare, al suo rapimento da parte di Ade, dio dell'oltretomba, spaziano anche su molti altri temi e alcune di esse contengono rappresentazioni relative ad Afrodite, venerata forse accanto alla regina degli inferi nel tempio di Locri Epizefiri. I Pinakes locresi raccontano, attraverso la configurazione di scene di vita quotidiana, usi e costumi delle genti di Calabria.

Accanto a personaggi, animali e oggetti mitici o cultuali, sono finemente riprodotti carri, arredamenti, vesti e drappi, suppellettili di uso e di cosmesi. Diverse tavolette raffigurano poi atti di culto, riti e processioni, o scene relative alle nozze, come la preparazione della sposa o il suo corteggiamento da parte dello sposo.

Il legame tra i temi più ricorrenti nei Pinakes e le nozze era nell'antica Locri Epizefiri certamente assai stretto, tanto che alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'intero ciclo di raffigurazioni fosse legato ai riti di passaggio che conducevano la fanciulla dalla condizione di vergine infeconda a quella di sposa e di madre, riti che si compivano nel giorno del matrimonio.