Civita

CivitaPorta d'accesso privilegiata al meraviglioso Parco Nazionale del Pollino, il piccolo borgo di Civita sorge a 450 metri di altitudine lungo la destra orografica del torrente Raganello, alle falde meridionale del massiccio montuoso.

La storia di Civita s'intreccia con le vicende di un gruppo di esuli albanesi, guidati dall'eroe nazionale Skanderberg, al quale Ferrante d'Aragona concesse nel 1467 in feudo una vecchia contrada distrutta dai saraceni qualche secolo prima. La contrada venne quindi ripopolata dagli esuli albanesi che le diedero il nome di Civita, usato per indicari i vecchi centri distrutti e riedificati.

Con meno di mille abitanti il piccolo borgo di Civita è un comune arberëshë della provincia di Cosenza, dove si parla ancora la lingua albanofona e percui i civitesi rappresentano una minoranza etnica riconosciuta e tutelata dallo Stato italiano. L'area del centro storico di Civita rappresenta nel suo complesso una delle isole linguistiche albanofone di Calabria, dove la tradizione orientale è rimasta ancora ben conservata.

Durante la Settimana Santa si svolgono i particolari canti popolari arberëshë, chiamati kalimere, che rievocano la passione e la morte di Cristo. All'alba della domenica di Pasqua si svolge una sacra celebrazione, la Fjalza Mir, che significa Parola Buona, e rappresenta l'entrata di Cristo nel Tempio. La messa di San Giovanni Cristomo è celebrata in greco o in albanese. Il martedì di Pasqua si danza la Vallja, ballo in piazza praticato in costume tipico da giovani e meno giovani, i quali cantano in coro.

Non poteva mancare a Civita il Museo Etnico Albanese, che si presenta con diverse sezioni espositive tra le quali la rassegna del costume albanese, percorsi fotografici su Civita e le aree geografiche dell'etnia albanese, raccolta di utensili e oggetti del mondo domestico e agro-pastorale.

Anche se nel paese non sono presenti monumenti di particolare valore artistico, Civita offre in compenso escursioni naturalistiche all'interno del Parco Nazionale del Pollino. Infatti salendo verso i monti, dopo pochi chilometri fuori dall'abitato si possono osservare le primissime gole del torrente Raganello, caratterizzate da canyon altissimi a strapiombo.

I PONTI DI CIVITA. Prima di giungere alle gole, si passa per le due arcate tipicamente rinascimentali che uniscono Civita al Massiccio del Pollino, traversando le gole del torrente: il Ponte del Diavolo e il Ponte dell'Ilice. Da Civita è possibile visitare la spettacolare e selvaggia Riserva Naturale Gole del Raganello.