Il Museo Archeologico di Vibo Valentia venne istituito dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria nel 1969, con sede in Palazzo Gagliardi, ubicato in origine nel centro storico della città.
Il museo venne costituito attorno al primo nucleo delle collezioni Capialbi e Albanese, solo successivamente si aggiunsero i materiali provenienti dagli scavi condotti nelle varie zone dell'abitato e relativi all'antica Hipponion. Dal 1996 il museo è stato trasferito nelle sale del castello normanno, appositamente restaurato. Il percorso espositivo è articolato secondo un criterio topografico, per cui al piano superiore sono esposti i reperti dalle aree sacre di Scrimbia, del Cofino, della Cava Cordopatri.
Qui trovano dunque spazio terrecotte architettoniche con sime colorate, antefisse, mattoni bollati e terrecotte figurate di tipo locrese. Tra i materiali più significativi provenienti dalla grande stipe votiva di Scrimbia, si segnalano un gruppo di statuette fittili femminili del VI secolo a.C. splendidi bronzi tra cui 12 elmi, 6 schinieri e 12 scudi dello stesso periodo, oltre ad un vasto repertorio vascolare che va dal VI secolo a.C. fino all'età medievale.
Tra le donazioni e i rinvenimenti casuali si segnala particolarmente un'ascia neolitica e un ripostiglio monetale con 867 argenti dei Brettii. Al piano inferiore del Museo Archeologico Statale di Vibo Valentia sono esposti i reperti provenienti dalle necropoli urbane, tra cui notevoli sono quelli della tomba 156 del VI secolo a.C. con una bella spada del Bronzo finale (VIII a.C.) e della tomba 19 che custodiva la celebre laminetta aurea con testo orfico, risalente al V secolo a.C.
Dalle terme di San Aloe proviene invece il materiale di epoca romana, tra cui lucerne, terra sigillata aretina con bolli in planta pedis del I secolo a.C. e una statuetta romana in avorio, un'erma marmorea femminile, due togati e una statua femminile. Dell'antica colonia romana di Copia proviene ancora un pregevole ritratto di Marco Vipsanio Agrippa, genero dell'imperatore Augusto, e un busto femminile in basalto nero risalente al I secolo d.C.
Seguono, sempre al piano inferiore del Museo Archeologico Statale di Vibo Valentia, materiali della collezione di V. Capialbi. Nell'ambito di ciascuna sezione gli oggetti sono disposti secondo una sequenza cronologica; nel caso della documentazione relativa ai santuari sono presenti nuclei di materiali della stessa tipologia spesso esposti in cumuli, in modo da alludere alla modalità originaria di giacitura entro i depositi votivi.