Adagiata sul pendio di un irto colle a 470 metri di altitudine a picco sulla costa tirrenica, Vibo Valentia è la più giovane delle cinque provincie calabresi, nonchè una delle città più antiche della Calabria.
Le prime tracce di frequentazione umana risalgono al Neolitico, rinvenute durante gli scavi dell'antica Hipponion, riguardano utensili di uso quotidiano e armi da guerra e corredi funerari. Il primo insediamento stabile si riferisce però all'epoca del Ferro, periodo durante il quale sarebbe sorto il centro indigeno di Veipo. La storia vera di Vibo Valentia inizia nel VII secolo a.C. quando gli abitanti di Locri Epizefiri fondarono qui la colonia locrese di Hipponion.
Più che di una vera e propria dipendenza o sottomissione, quella tra Hipponion e Locri Epizefiri era una forma di sovrintendenza commerciale e forse tributaria. Nel V secolo a.C. durante il periodo di massimo sviluppo e autonomia Hipponion si estendeva per 225 ettari e contava circa 10.000 abitanti. Lo storico Tucidide menziona la data del 422 a.C. anno in cui Hipponion e Medma, con l'appoggio di Kroton, sconfissero i locresi divenendo città autonome. Nel 389 a.C. la città fu occupata e distrutta da Dionisio I il tiranno di Siracusa, che ne deportò anche gli abitanti, cedendola nuovamente ai locresi di Locri Epizefiri.
Dopo essere entrata in orbita brettia, nel 195 a.C. i romani dedussero la colonia di Valentia dotandola di un grande porto dedito alle manovre militari. Nell'89 a.C. la città divenne municipium romano col nome di Vibo Valentia, il suo porto utilizzato da Caio Giulio Cesare prima contro la flotta di Gneo Pompeo, e da Ottaviano Augusto poi, nel corso del secondo triumvirato. Alla fine dell'Impero Romano la città venne saccheggiata ripetutamente dai saraceni e abbandonata.
I normanni edificarono sull'antica acropoli greca un primo castello fortificato, poi gli svevi diedero maggior peso al borgo favorendone il ripopolamento col nome di Monteleone. A tale periodo risale l'ampliamento del castello e la costruzione della prima grande cinta muraria. Il piccolo borgo di Monteleone venne posseduto dai vari feudatari succedutisi nel corso dei secoli, ma perse prosgressivamente d'importanza. Nel periodo fascista la città di Monteleone riprese il vecchio nome di Vibo Valentia.
Tra i maggiori monumenti di Vibo Valentia emerge di certo il castello normanno, che domina con la sua mole l'intera zona. Nelle sale del castello è ospitato il Museo Archeologico Statale, intitolato a Vito Capialbi. Il museo ospita gran parte dei reperti rinvenuti nelle aree di scavo adiacenti la città, coprendo un lungo lasso temporale che dal Neolitico giunge sino all'epoca rinascimentale. Nelle vicinanze del castello sorge il quattrocentesco Palazzo Romei, la chiesa di San Michele, edificata nel 1519 con un bel campanile rinascimentale, e la barocca chiesa di San Giuseppe che conserva al suo interno interessanti tele del Seicento.
Da vedere ancora la chiesa di Santa Maria La Nova, con portale cinquecentesco e notevoli tele al suo interno. Vicino si trova Palazzo Gagliardi, un tempo sede del Museo Archeologico e la bella Villa Comunale con giardini.