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Basilica di Bivongi

Basilica di BivongiAi piedi del monte Consolino, tra le opposte valli dei torrenti Assi e Stilaro, si trova la basilica greco-normanna consacrata a San Giovanni Theristis il Mietitore.

La basilica è ciò che resta dell'antico cenobio fondato dai monaci greci del monte Athos, che proprio nei pressi di Bivongi edificarono l'unico cenobio italiano. La basilica di San Giovanni Theristis è stata ceduta nel 1995 dal comune di Bivongi all'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia per un periodo di 99 anni. E' tra le poche chiese della Calabria a conservare ancora il rito ortodosso.

Nella chiesa di San Giovanni Theristis, l'architettura normanna si nota nei pilastri angolari collegati dai quattro archi che sorreggono la cupola. Quelli della navata e del presbiterio sono a sesto acuto secondo la tradizione gotica. La cupola poggia su una base cubica che, all'altezza delle quattro finestrelle, diventa ottagonale. Lo stile bizantino si nota invece nei muri perimetrali esterni, fatti di pietra concia e cotto.

Le lesene esterne dell'abside formano archi ogivali e rappresentano i più antichi elementi architettonici squisitamente arabi riportati in chiese bizantine. Per la sua forma architettonica la chiesa ricorda molto la gemella basilica di Santa Maria della Roccella.

Il monastero ortodosso di Bivongi venne consacrato a San Giovanni Theristis, monaco vissuto nel XI secolo a cui si attribuiscono diversi miracoli, tra cui la prodigiosa mietitura dei campi di grano. Da qui l'appellativo di Theristis che in greco significa mietitore. La notizia del miracolo giunse alla corte di Ruggero il Normanno, che concesse numerose elargizioni al monastero.

Il cenobio ortodosso conobbe una lunga fase di declino terminata nel XVI secolo, quando l'Ordine Basiliano lo rilevò facendone il convento più importante della Calabria. Nel secolo successivo venne abbandonato per le continue scorrerie dei briganti, i monaci si trasferirono nel vicino monastero di Stilo, traslando le reliquie di San Giovanni Theristis, e dei santi asceti Nicola e Ambrogio.

All'inizio del XIX secolo, in seguito alle leggi napoleoniche, la basilica divenne proprietà del comune di Bivongi e dal 1994 i monaci greco-ortodossi del monte Athos vivono stabilmente nel nuovo monastero attiguo alla basilica.