Duomo di Cosenza

Duomo di CosenzaEdificato intorno al XI secolo in stile romanico ed oggi intitolato a Maria Assunta, il duomo di Cosenza si trova nel centro storico della città dei Bruzi nella omonima piazza che costeggia la centralissima Corso Telesio.

Consacrata il 30 gennaio del 1222 dal cardinale Niccolo Chiaromonte, la cattedrale di Cosenza, pur avendo mutato l'originaria iconografia, per una serie di restauri dal XVI al XX secolo, si avvalse subito degli apporti cistercensi provenienti dal Lazio e dalla Borgogna. In origine il duomo fu costruito in stile romanico e successivamente, dopo il terremoto del 1184, ristrutturato nella facciata secondo i criteri cistercensi.

La ristrutturazione del Duomo venne affidata a Luca Campano, appassionato di architettura, che nel frattempo era diventato anche arcivescovo di Cosenza. L'edificio venne consacrato il 30 gennaio 1222 dal cardinale Niccolò Chiaromonte,Delegato Apostolico alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia.

Nella maestosa facciata, con frontone centrale a cuspide, si conservano tre portali a ogiva, dalla caratteristica modanatura a fasce, il rosone centrale e due oculi quadrilobati. L'interno, a croce latina (con bracci diseguali), è diviso in tre navate da pilastri, con archi a tutto sesto, caratteristici dell'architettura romanica, e con capitelli molto bassi a vario disegno, attestanti la persistenza di temi di marca bizantina.

Le coperture differiscono tra loro: quella del transetto è a volte ogivali, quella delle navate a capriate lignee a vista. Nella navatella sinistra si aprono le cappelle: della Madonna del Pilerio e quella del Santissimo Sacramento. La cattedrale di Cosenza si arricchì della prestigiosa tomba d'Isabella d'Aragona, moglie di Filippo III l'Ardito, morta di parto prematuro, il 1271, per essere caduta nel fiume presso Martirano, tornando dall'ottava Crociata.

La mirabile opera, addossata alla parete dell'absidiola sinistra, è a forma di trifora gotica trilobata, in pietra di tufo, con una rosa del fastigio quadrilobata. Nella cattedrale di Cosenza era custodita la Stauroteca (ora alla Soprintendenza), che è il pregevolissimo reliquiario d'un frammento della Santa Croce. Ha due facce, ornate da smalti bizantini, che rappresentano le "parti uguali" d'un capolavoro dell'arte orafa.

Su una faccia sono raffigurati: Cristo inchiodato sulla Croce (al centro), la Madre del Signore e S. Giovanni Battista (ai due lati), l’Arcangelo Michele (in alto) e l’Etoimasia (in basso). Sull'altra faccia sono raffigurati: il Pantocratore (nel medaglione centrale) e l’Evangelisti (nei quattro medaglioni alla fine dei bracci). Varie trasformazioni portarono la cattedrale allo stile barocco, di cui fu liberato, agli inizi del Novecento, con il ripristino dell'abside in stile neogotico.