Nonostante i molti rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli, l'antica Abbazia di Sant'Adriano resta tra gli esempi architettonici più interessanti della Calabria a cavallo tra due influssi culturali differenti.
Il primo cenobio risale al X secolo d.C. costruito in fango e mattoni nei pressi di un piccolo oratorio bizantino, dal monaco basiliano San Nilo di Rossano e dedicato ai martiri Adriano e Natalia. Il cenobio divenne subito attivo centro di preghiera e traduzione dei testi greci, ma finì distrutto dalle incursioni dei saraceni. Nel XI secolo, sotto la protezione dei normanni, il monaco San Basilio da Rossano terminò la costruzione dell'Abbazia di Sant'Adriano con annesso convento basiliano.
Elemento principale dell'edificio è l'assenza di unità strutturale e architettonica, dovuta in gran parte alle pesanti manomissioni e contaminazioni posteriori subite nel corso dei secoli. L'interno dell'Abbazia di Sant'Adriano si presnta a tre navate a copertura lignea, lunghezza totale di 25 metri per 13 di larghezza. Lungo i lati della navata centrale corrono quattro arcate ad ogiva sorrette, le prime due a ponente da quattro colonne antiche, le due successive da pilastri di fabbrica.
L’abside centrale, leggermente più sporgente, ospita un altare in legno dedicato a Sant'Adriano, con sopra la Madonna del Buon Consiglio. Elemento di pregio artistico è il meraviglioso pavimento del XI secolo, e realizzato con tecnica mista di opus sectile alternata a mosaico.
Mediante un largo e sapiente uso di marmi e di pietre colorate si è ottenuta una splendida policromia che dà l'illusione di un vasto tappeto orientale disteso sul pavimento del tempio. Sul pavimento della chiesa di Sant'Adriano a San Demetrio Corone, sono distribuite quattro placche figurate fatte con una tecnica musiva speciale, completamente diversa da quella del resto del pavimento ed inserite ad intarsio in lastre di marmo.
Nell'antica Abbazia di Sant'Adriano, la tecnica settile si alterna a quella musiva e ci dà rappresentazioni di animali e di mostri che sono di chiara derivazione bizantina e che si rintracciano in San Demetrio Corone. Infatti l'arte bizantina dal VI al XI secolo è tutta pervasa da queste zoografie in parte reali, in parte fantastiche.
In esse il significato simbolico si coniuga con l’elemento decorativo perché, in prevalenza decorativa era la funzione di queste immagini rispondenti allo spirito del tempo.