Posto all'estrema punta della penisola italiana, a ridosso dello Stretto di Messina, il selvaggio Massiccio dell'Aspromonte è una delle aree più misteriose e sconosciute della Calabria.
Invero non è certo che il nome derivi dall'effettiva asperità del suo territorio, posto che alcuni studiosi ritengono invece il nome di Aspromonte derivato dal greco Monte Bianco e riferito ad alcune rocce particolarmente bianche assai diffuse nel settore orientale del massiccio. Dal punto di vista geologico, il Massiccio dell'Aspromonte appartiene alle cosiddette Alpi Calabresi, formatisi in epoca più remota rispetto alla dorsale appenninica, e composte in prevalenza da graniti anzichè dal calcare.
Dal punto di vista orografico, il Massiccio dell'Aspromonte si presenta a forma di cono vulcanico solcato alle pendici da profonde valli fluviali che scendono ripide da ogni lato, verso ovest terminando nelle piane di Gioia Tauro e Rosarno, ad est sulle colline della locride. A nord si distendono una serie di piani e rilievi ondulati caratterizzati da fitte foreste interrotte da radure e ruscelli incastonati in strette forre boschive.
Ad oriente il Massiccio dell'Aspromonte è costituito da una serie di dorsali che si dipartono dal Montalto, che con i suoi 1.955 metri di altitudine è il rilievo più alto. Le dorsali dunque si snodano in diverse direzioni con cime relativamente elevate come il Monte Cannavi di 1.669 metri, il Monte Pietracappella di 1.823 metri ed il Monte Puntone di 1.815 metri.
Queste zone sono ricche di ruscelli e corsi d'acqua che scivolano nascosti sul fondo delle valli, superando in brevissimo spazio dislivelli enormi e dando origine a lunghe e spettacolari cascate. Le cascate di Forgiarelle sul torrente Ferraina, e quelle di Maesano che si aprono sul torrente Menta, sono le più famose.
A valle di queste cascate si aprono le tipiche fiumare del Massiccio d'Aspromonte che danno vita ad altrattanti singolari spettacoli della natura, come la fiumara Butramo che dà origine nella sua alta valle a gole strettisisme avvolte dalla lussureggiante vegetazione, oppure della fiumara Buonamico dall'ostruzione della quale si originò nel 1973 il lago Costantino.
Sulla sinistra idrografica della fiumara Buonamico, si apre la strana Zona dei Monumenti, singolari composizioni rocciose che emergono dai rigogliosi boschi di latifoglie. La Pietra di Febo, dalle guglie a strapiombo sulla valle, la Pietra Lunga dal pittoresco cono sormontato da cespugli, la Pietra Castello e la Pietra Cappa, imponente sfinge alta oltre cento metri, che domina l'intera zona di San Luca d'Aspromonte.
Il Massiccio dell'Aspromonte si presenta come una irta e possente piramide posta alla fine della penisola italiana, la cui integrità ambientale e paesaggistica è stata mantenuta dall'estrema asperità del territorio. Le zone sommitali del massiccio conservano ancora l'antico manto silvano fatto ad estese faggete miste all'abete bianco, mentre sui costoni orientali delle alte valli delle fiumare, enormi roveri dividono il terreno con colossali pini larici.
Sul versante occidentale invece domina il castagno, e nelle bassure del Massiccio dell'Aspromonte alligna la macchia mediterranea. Grazie all'estrema asperità del territorio, l'Aspromonte è rimasto poco antropizzato e si presenta ancora oggi come il massiccio montuoso più selvaggio della Calabria, nonchè una delle zone più aspre e impervie.