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Da Gattuso a Mazzù, i calabresi protagonisti ieri e oggi in Champions League

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Riparte la nuova stagione della Champions League. Ai nastri di partenza quattro squadre italiane: dalla Juventus, che proverà finalmente a vincere la coppa europea più ambita dopo un lungo digiuno, alla debuttante Atalanta, passando per Inter e Napoli.

Più concretamente, le speranze degli sportivi italiani si riverseranno proprio sui bianconeri che, grazie ad una squadra tra le più competitive a livello europeo, proverà a riportare in Italia quel trofeo che manca dal 2010, anno dell’incredibile triplete nerazzurro targato Mourinho.

Quest’anno la Champions League sarà visibile in chiaro sulle reti Mediaset e, così come accade da un paio di anni, in streaming gratis sul proprio telefonino o tablet sui siti delle maggiori agenzie di scommesse come Betfair, a condizione che ci si registri sul sito dell’operatore. Uno spettacolo garantito per un torneo che, anno dopo anno, riscuote sempre più successo in termini di pubblico e presenze negli stadi.

Tanti sono i nomi dei protagonisti che in passato hanno scritto la storia di questa competizione. Tra questi, anche tanti atleti calabresi. Come Gennaro Gattuso, il ragazzo che è partito da Corigliano Calabro per conquistare la Coppa del Mondo con la Nazionale di Marcello Lippi nel 2006. “Ringhio”, mediano incontrista per antonomasia, con la maglia del Milan ha già vinto due volte la Champions League, nel 2003 e nel 2007. In totale ha giocato 106 partite nelle competizioni europee (con le maglie dei Rangers Glasgow in Scozia e del Milan) segnando anche 4 gol.

E proprio sull’ultima Champions vinta con i rossoneri Gattuso ha ricordato di recente un curioso aneddoto, sottolineando l’importanza della forza e della coesione del gruppo all’interno di uno spogliatoio. L’episodio riportato all’attualità da Ringhio è stato quello della primavera del 2007, quando il Milan stava vivendo un vero e proprio periodo nero. La dirigenza rossonera, al tempo coordinata da Adriano Galliani, decise di spedire la squadra in ritiro a Malta, motivando tale decisione secondo ragioni legate strettamente ad esigenze di sponsorizzazioni.

Ad accogliere Gattuso e compagni a Malta, al posto del clima quasi sempre primaverile-estivo dell’isola, un freddo tanto inusuale quanto pungente. Nessuno dei giocatori del Milan al tempo prese bene quella decisione, eppure quella situazione, ricorda Gattuso, contribuì a cementare un gruppo che in pratica amava trascorrere e passare insieme tutte le ore del giorno, anche al di fuori del normale orario lavorativo. Da questa consapevolezza partì la risalita fino al successo dello Stadio Olimpico di Atene, dove il Milan superò in finale il Liverpool 2-1 vincendo per la settima volta la Coppa e vendicandosi della finale di due anni prima.

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Un altro calabrese protagonista nel passato in Champions League è stato Vincenzo Iaquinta. Nato a Crotone quaranta anni fa, Iaquinta ha vissuto a Cutro prima di trasferirsi in Emilia Romagna e cominciare a muovere i primi passi sul prato verde con la casacca del Reggiolo in Serie D. Poi il salto in Serie B con il Padova fino all’ingaggio con l’Udinese che, grazie anche ai suoi gol, è riuscita nel 2005 a qualificarsi per la prima volta nella fase a gironi della Champions League.

Proprio con i friulani, l’attaccante crotonese ha scritto una delle pagine più belle della storia recente della Champions. Stiamo parlando della gara d’esordio dei bianconeri nella competizione maggiore continentale, una gara che per i friulani pesava tantissimo a livello psicologico. A togliere le castagne dal fuoco fu proprio Iaquinta (all’epoca capitano della squadra a causa dell’assenza di Valerio Bertotto) che, grazie ad una tripletta di prestigio, spazzò via le resistenze dei greci del Panathinaikos, lanciando l’avventura dell’Udinese in Champions League nei migliori dei modi.

Da Gattuso a Iaquinta, passando ad un altro calabrese campione del mondo: è la volta di Simone Perrotta che ha giocato in Champions con la maglia della Roma, collezionando in campo europeo 50 presenze e 5 gol. Perrotta è nato in Inghilterra 42 anni fa. Cresciuto a Cerisano, in provincia di Cosenza, il centrocampista si è messo in mostra giovanissimo con la Reggina in Serie B, prima di stuzzicare la curiosità della Juventus che però lo manda in prestito al Bari. Ma è al Chievo dei miracoli che Perrotta diventa grande, affermandosi come uno dei più bravi mediani centrali italiani. Di qui il passaggio alla Roma dei grandi palcoscenici europei e l’ingresso nel giro della Nazionale maggiore con la cui maglia vince il Mondiale del 2006.

Tornando ai giorni nostri, uno dei calabresi che sicuramente sarà protagonista in Champions League è Felice Mazzù, l’allenatore del Genk, squadra belga inserita nel girone del Napoli. Mazzù, nato a Charleroi, è figlio di emigrati di Reggio Calabria. Suo padre, Pasquale, lasciò la Calabria nel 1951 per fare il minatore in Belgio, come centinaia di altri conterranei. La sua non fu una delle più serene e spensierate gioventù, visto che a casa Mazzù avevano veramente poco. I sacrifici di suo padre in miniera però gli valsero la possibilità di studiare ma la passione per il calcio prese presto il sopravvento. Cominciò ad allenare molto presto, dapprima nelle serie minori del Belgio e poi nella seconda divisione belga col Tubize.

Con la squadra dei White Star Woluwe vince il campionato di Serie C del Belgio e nell’estate del 2013 viene ingaggiato dalla squadra della sua città, il Charleroi, club di prima divisione. Riesce a mantenere così la promessa fatta al padre anni prima, quella di allenare nella massima competizione di calcio in Belgio. Con i bianconeri otterrà subito la partecipazione all’Europa League.

Da quest’anno Mazzù allena il Genk, squadra con cui in estate ha vinto anche la Supercoppa del Belgio battendo in finale il Malines. In Italia tornerà soltanto il 10 dicembre prossimo, data in cui si giocherà allo Stadio San Paolo la sfida di Champions League tra Napoli e Genk. Quella contro gli azzurri di Ancelotti sarà una partita molto particolare, nonché sentitissima, per il trainer calabro-belga. Di sicuro saranno tanti gli amici e i parenti che partiranno alla volta del capoluogo campano per salutare il ritorno in patria di un figlio della Calabria.