Il 2 Novembre il signor Salvatore Caruso di Molochio (Reggio Calabria) ha compiuto 108 anni. Per il suo stile di vita il nonno calabrese è diventato un testimonial d'eccezione dell'olio extravergine di oliva. La Regione Calabria, Dipartimento agricoltura e l'associazione Prim'olio hanno fatto del signor Caruso l'ambasciatore dell'olio extravergine di oliva calabrese. L'ultracentenario ha affermato che in tutta la sua vita ha fatto uso solo ed esclusivamente olio extravergine d'oliva.
L'olio d'oliva, sin dall'antichità è stato considerato un elemento medicinale, ma lo troviamo presente anche nei prodotti farmacologici moderni. Nelle prescrizioni per i neonati nei primi 3 mesi di vita ad esempio c’è il 3Mil, un integratore alimentare di vitamine D3, K1 e B6, che contiene in prevalenza olio di oliva. Anche le “colichette” che tutti i genitori conoscono bene, vengono curati dal Viacol, un altro farmaco a base di olio d'oliva che serve a sedare le coliche dei neonati. Dopo il latte materno, l'olio d'oliva è il rimedio dei rimedi, il latte della terra. Insomma, più che guardare al potere terapeutico del passato, l'olio di oliva extravergine è il presente e il futuro della nutrizione e della prevenzione per avere una vita sana.
L'ulivo è uno dei simboli del mediterraneo, una pianta sempreverde con il fusto solcato dal tempo, una chioma maestosa, tempestata da foglioline appuntite, che si lascia contemplare rasserenando gli animi. Dopo l’ultima cena, Gesù e i discepoli vanno a Getsemani, in un giardino che gli studiosi ritengono essere un oliveto. Una fonte di meditazione che da millenni accompagna i popoli di quelli che gli antichi greci chiamavano Mesogeios e i latini Mare Nostrum. In termini non meno altisonanti, l'ulivo carico di olive regala la felicità al contadino che riempie le giare col suo olio.
Fino a non molto tempo addietro la raccolta delle olive incominciava a metà dicembre e proseguiva fino a gennaio, febbraio, aspettando che le olive diventassero nere, perché più maturavano sulla pianta più la resa in termini di olio era maggiore,oggi si preferisce raccoglierle ancora verdi, la resa è inferiore ma il prodotto è più rispondente ai gusti contemporanei.
Una pianta si guadagna un certo simbolismo in funzione dei frutti che riesce ad offrire agli uomini. Le olive. Tutti conosciamo l'olio d'oliva, apprezzandone le sue qualità organolettiche, ma c’è un lavoro, una tecnologia, un know-how dietro le etichette delle bottiglie che ci giungono sulla nostra tavola, partendo dalla raccolta delle olive.
Esistono tanti modi di raccolta, il più veloce la battitura ma, per migliorare la qualità, tanti usano il sistema di coltura, cioè le raccolgono direttamente dall'albero senza toccare terra. In entrambi i casi vengono poste nelle cassette e mandate immediatamente nel frantoio, per la lavorazione e l'estrazione dell'olio. Operazioni non molto complicate ma abbastanza lavorate perché dalla raccolta alla spremitura non deve trascorrere nemmeno una giornata per non compromettere la qualità del preziosissimo olio extravergine di olive.
Una pianta dal potere simbolico, gastronomico e medicinale andrebbe difeso da una strategia nazionale di salvaguardia del Made in Italy. I suoi frutti vengono facilmente attaccati da agenti esterni tipo la mosca olearia o peggio ancora un batterio proveniente dalla California sta compromettendo il raccolti pugliesi. Si rende necessario porre in essere tutti gli strumenti a disposizione per curare ed arginare tale fenomeno distruttivo.