Dopo le aspre polemiche dell'anno scorso Legambiente si vendica e boccia le spiagge calabresi. Ad un anno dalle aspre polemiche sfociate in denunce e querele, quando l'intera giunta regionale con a capo il governatore Scopelliti criticarono i metodi e i presunti secondi fini (commerciali) adottati da Legambiente nella campagna Guida Blu, arriva l'atteso verdetto negativo. Secondo l'associazione ambientalista, che ha da poco pubblicato la Guida Blu 2013 sullo stato delle spiagge italiane, quelle calabresi non godono di buona salute.
Nessuno dei 41 territori presi in considerazione ottiene le 5 vele, ossia il punteggio massimo generale in termini di pulizia e sevizi offerti, e anche nelle valutazioni specifiche i comuni non brillano. Unici punti di forza dell'offerta turistica calabrese rimangono Roccella Ionica e Scilla che si fermano a 4 vele. Nella sua campagna di monitoraggio Guida Blu, l'associazione ambientalista passa al setaccio, secondo metodi e tecniche non del tutto chiari, 483 località balneari di tutta Italia. Legambiente ne misura la qualità delle acque, delle spiagge ed il livello di efficienza dell'accoglienza turistica e balneare.
Regina della speciale classifica per il 2013 è la cittadina sarda di Posada, in provincia di Nuoro, seguita da Santa Marina Salina (Me) e Pollica (Sa) rispettivamente al secondo e terzo posto. La Sardegna anche quest'anno si conferma la regione con il maggior numero di località balneari a 4 e 5 vele (18), seguita dalla Puglia (11) e dalla Toscana (9).
In Calabria la Guida Blu di Legambiente ha preso in considerazione 41 località turistiche con risultati poco edificanti. Al top come sempre Roccella Ionica e Scilla con 4 vele a testa. Poi una sfilza di 3 e 2 vele, con la gran parte delle località calabresi, tra cui Tropea, Soverato e Isola di Capo Rizzuto. A guidare in negativo la classifica Guida Blu 2013 ci sarebbero località di peso come Amantea, Diamante, Parghelia e addirittura Ricadi, comune in cui ricadono le famose e gettonatissime spiagge di Capo Vaticano e Grotticelle.
Ed è tutta la Costa degli Dei ad essere bocciata dagli scienziati di Legambiente. Nella top-ten assoluta della classifica vi sono ben 5 località della provincia di Reggio Calabria (Roccella Ionica, Scilla, Melito di Porto Salvo, Riace e Monasterace), due della provincia di Crotone (Cutro e Cirò Marina), una sola località di Cosenza (Belvedere Marittimo) e due località per Catanzaro (Badolato e Sant'Andrea apostolo dello Ionio), mentre nessuna località della provincia di Vibo Valentia rientra nelle prime dieci posizioni.