Parco Nazionale della Sila

Parco Nazionale della SilaI vasti pianori d'alta quota, le ondulate montagne, le sconfinate foreste e i paesaggi incantati della Sila sono protetti dall'istituzione dell'omonimo Parco naturale.

Istituito con una legge del 1997 e perimetrato nel 2002, il nuovo Parco Nazionale della Sila, ingloba i territori dello storico Parco Nazionale della Calabria, più una parte della cosiddetta Sila Greca, che prima era rimasta esclusa. Il Parco che occupa una superficie di 73.695 ettari e si estende sulle provincie di Cosenza, Catanzaro e Crotone, protegge uno dei luoghi più suggestivi e ancora vergini della foresta italiana.

La grande Selva Bruzia che forniva legnami pregiati per le navi romane, si estendeva per oltre 700.000 ettari da nord a sud, conquistando l'ammirazione di Strabone, Plinio, Virgilio e Tito Livio. Definita impenetrabile e affascinante da Norman Douglas e Francois Lenormant, i quali nei loro viaggi in Calabria, rimasero colpiti dalle interminabili e fitte foreste di conifere, la Sila è ancora oggi il bosco per antonomasia, nonchè polmone verde d'Italia con oltre 150.000 ettari di superficie in gran parte alberata.

L'ambiente lussureggiante del Parco Nazionale della Sila è in prevalenza costituito dalle fitte foreste di conifere che alternano gli estesi pianori di alta quota, con morfologia ondulata tipica ad altopiano. Le riserve idriche ruotano attorno ai tre grandi bacini artificiali del Cecita, Arvo e Ampollino, dove spesso vanno a confluire molti tra i piccoli corsi d'acqua.

LE RISERVE DELLA SILA. All'interno del Parco Nazionale sono presenti foreste, boschi ed ambienti dal grande valore botanico e naturalistico, come le secolari foreste di Fossiata e Gallopane, entrambe nei pressi del lago Cecita, quella monumentale di Fallistro, a metà strada tra Camigliatello Silano e Silvana Mansio, che ospita esemplari colossali di pino laricio chiamati i Giganti della Sila. E ancora il secolare bosco del monte Gariglione, nella Sila Piccola, che il viaggiatore inglese Norman Douglas ritenne autentica foresta vergine, dove oggi nella omonima Riserva Biogenetica si coltiva un locale ecotipo di pino laricio detto Gariglio.

Alle fitte foreste di conifere si alternano i vasti pianori d'alta quota innevati d'inverno e fioriti in primavera. Il Piano di Macchialonga è il più vasto altopiano della Sila, perla paesaggistica del Parco Nazionale, costituita da un articolato alternarsi di lievi conche e radure boscose, si estende per oltre 380 ettari di superficie di cui ben 250 di prati erbosi.

LE VALLI DELLA SILA. Altra meraviglia paesaggistica del Parco Nazionale della Sila sono le ampie valli di alta quota, che ariose si dipanano verso i territori contermini. La Valle del Tacina è certamente la più integra e solitaria tra le valli silane, chiusa tra le morbide dorsali dei monti Gariglione e Scorciavuoi, nella Sila Piccola, si dipana in direzione est tra estese praterie e fitti boschi silenti. Mentre tra le strette dorsali dei monti Gariglione e Femminamorta si getta la Gola del Soleo, altra meraviglia del Parco Nazionale della Sila, dove l'asperità del terreno e l'oscurità del paesaggio conferiscono a questa gola il meritato nome di Manca del Diavolo.

La Sila è certamente il regno incontrastato delle conifere, tra cui pino laricio e l'abete bianco, ma ai bordi dell'altopiano, sulle pendici che digradano verso i territori contermini, sussistono estese formazioni di latifoglie. Leccio e Sughera popolano alcuni valloni scoscesi in prossimità del Monte Reventino e della valle del Trionto. Eccezzionali boschi di rovere e cerro, residuano in particolare nella Sila Greca tra il Santuario del Pathirion di Rossano ed il Cozzo del Pesco, dove sorge uno dei più fitti e grandi castaneti secolari d'Italia, con esemplari dalle proporzioni inusitate.

La fauna nel Parco Nazionale della Sila è oggi fortemente ridotta a causa dell'eccessiva antropizzazione dell'habitat. Il lupo annovera tuttavia la popolazione più numerosa dell'intero paese con circa una trentina di esemplari. Il capriolo, presente in Sila fino a qualche anno fa con esemplari autoctoni, risulta oggi geneticamente contaminato dalle immissioni di esemplari provenienti da altre regioni.

Nelle aree adibite a Parco Nazionale sono stati di recente introdotti il daino e il cervo, molto diffusi anche il cinghiale, il gatto selvatico e la martora. Tra l'avifauna tipica del Parco Nazionale della Sila invece spiccano il capovaccaio, il biancone, l'astore, il gufo reale e il picchio nero.